Voglio te! Ma perché dovresti essere proprio tu? Lo Zio Sam al museo delle cere di Madame Tussauds a Washington, DC. Paul Morigi/Getty Images for Madame Tussauds
“Perché dovrei scegliere proprio te?” È una delle domande più diffuse ai colloqui di lavoro e quella che più mette in crisi i candidati, soprattutto se alle prime esperienze.
La domanda potrebbe sembrare apparentemente innocua, eppure ha un obiettivo importante.
“Il responsabile HR o il manager dell’azienda che fa questa domanda – fanno sapere dalla Ferrero – vuole capire se il candidato possiede le caratteristiche richieste per la posizione oggetto del colloquio e se si tratta della persona giusta rispetto alla cultura e ai valori dell’azienda”.
Qual è, dunque, la risposta giusta da dare e come prepararsi al meglio per ottenere il posto? Business Insider ha posto la domanda direttamente alle aziende.Ecco come hanno risposto.
Ferrero
“Premesso che il primo consiglio è di essere sempre onesti durante un colloquio – dicono dalla Ferrero – la risposta migliore da dare è quella che valorizza le caratteristiche personali o gli eventuali risultati lavorativi che confermino di essere la persona giusta per la posizione e per l’azienda che sta effettuando la selezione”. Per articolare bene la risposta, quindi, è essenziale essere ben preparati, studiando nel dettaglio le mansioni del ruolo per cui ci sta candidando e analizzando punti di forza e di debolezza dell’impresa.
Hays
“Raccogliere informazioni sull’azienda e sulla posizione è fondamentale per elaborare una risposta profonda”, spiega Marco Oliveri, Director di Hays, società di ricerca e selezione del personale specializzata nel middle e top management. “La preparazione e l’approfondimento – prosegue Oliveri – fanno la differenza. La domanda posta dagli HR, infatti, è a tutti gli effetti una domanda aperta che viene fatta affinché il candidato possa argomentare il più possibile, facendo capire le proprie motivazioni e qualità”.
Uno dei trucchi per emergere rispetto agli altri candidati, dunque, potrebbe essere quello di presentarsi come un esperto. In che modo? Raccogliendo informazioni preziose non solo sull’azienda, ma anche sulla concorrenza e sul mercato di riferimento, per capire i rischi e le opportunità ad esso connesse. “Un altro consiglio d’oro – aggiunge Oliveri – è quello di fare domande ai recruiter. Chi fa domande denota curiosità, una dote che di solito è ben apprezzata dai manager HR. Un esempio di domanda tipo? Si possono chiedere maggiori dettagli sulla posizione che si andrà a ricoprire, ma anche sulle politiche di incentivazione del personale messe in atto dall’azienda, per capire se è un ambiente in cui si può crescere”.
Enel
La chiave per impressionare favorevolmente il recruiter può essere anche quella di mostrare con sincerità e coraggio la propria voglia di mettersi in gioco, senza farsi bloccare dalla paura di sbagliare. Così la pensa Lea Tarchioni, Responsabile Risorse Umane e Organizzazione Italia di Enel.
“Premesso che una risposta giusta in assoluto non credo esista – spiega Tarchioni – certamente mi aspetto che le persone che intendono lavorare con noi siano in linea, innanzitutto, con i nostri valori fondamentali: fiducia, responsabilità, innovazione, proattività. Mi piacerebbe, quindi, che il candidato che ho di fronte si dimostrasse curioso e pronto a cogliere le mutevoli sfide che il contesto di business continuamente ci pone, che fosseaperto alle opportunità di crescita che l’azienda offre, mettendosi in gioco senza preclusioni e pregiudizi, e in grado di portare punti di vista nuovi e ‘alternativi’ senza paura di sperimentare e commettere errori, perché non esistono altri modi per imparare e crescere”.
Booking.com Italia
“Ciò che per noi è particolarmente importante – fanno sapere dalle risorse umane di Booking.com Italia – è che ci sia un’aderenza tra il candidato e i nostri valori aziendali. Non esiste tendenzialmente una riposta più adatta. Ciò che impressiona maggiormente è quando si è di fronte a un candidato ben preparato, che ha raccolto informazioni su di noi, in particolar modo se conosce i nostri valori aziendali, se ha compreso la nostra culturadimostrando un sincero interesse e curiosità per la nostra azienda”.
L’obiettivo, in sintesi, è quello di prepararsi al colloquio in modo accurato, per emergere come la persona più in linea con i valori espressi dall’azienda. È, in fondo, una questione di affinità e approfondimento. Chissà come facevano un tempo gli aspiranti candidati in cerca di un impiego senza il prezioso aiuto dalla rete.